Garantiti igienicamente, i gelati industriali hanno però un valore nutrizionale limitato rispetto al gelato artigianale.
Il gelato ha origini incerte: alcuni lo fanno risalire ad una usanza delle antiche civiltà orientali che consisteva nel preparare bibite gelate tramite la neve o il ghiaccio, ipotesi che sembrerebbe confermata dal fatto che la parola sorbetto deriverebbe dall'arabo sharbet (da sharab = bere); altri sostengono che sia stato introdotto dai Romani, che preparavano il gelato con frutta, miele e neve dell'Etna, portando a sostegno di quest'ipotesi la prova dell'origine latina della parola sorbitium (bevanda da sorbire). Sicuramente fu poi però merito degli italiani la diffusione del gelato all'estero; infatti furono i gelatieri di Caterina de' Medici nel 1533 a portarlo in Francia e un secolo dopo a Parigi sorse la prima gelateria a opera di Procopio Coltelli. Per molto tempo il gelato fu un alimento destinato alla nobiltà e all'alta borghesia, sia per gli ingredienti utilizzati (latte, panna, cioccolato, uova), sia per la facile deperibilità che ne rendeva problematica la commercializzazione e la diffusione. Oggi il consumo dei gelati è diffuso ovunque, mentre il consumo italiano di questo prodotto risulta di 5-6 volte inferiore al consumo medio di gelati negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica. Questo comportamento è dovuto al fatto che fino a non molti anni fa il gelato non rientrava nelle abitudini alimentari italiane e veniva prodotto solo nei mesi estivi.