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Le malattie del fegato

заболевания печени

Diverse sono le malattie, più o meno gravi, che possono colpire il fegato, uno degli organi fondamentali a cui è affidato il delicatissimo compito di disintossicarci.

Itteri - Sono caratterizzati dalla comparsa di un colorito giallognolo che colpisce la pelle e le varie mucose del corpo. Si distinguono in itteri a bilirubinemia non coniugata (in cui la bilirubina, pigmento fondamentale della bile, non è associata all'acido glicuronico) e itteri a bilirubinemia coniugata (in cui, cioè, la bilirubina è legata a due molecole di acido glicuronico).
Itteri a bilirubinemia non coniugata:
1) Ittero di Israels: forma di ittero con andamento familiare in cui la bilirubina non è di origine ematica, ma proviene prevalentemente dal midollo spinale. I sintomi sono costituiti da
aumento lieve della bilirubina nel sangue (iperbilirubinemia) non coniugata, da un incremento del bilinogeno (derivato per riduzione della bilirubina).
2) Ittero di Gilbert: è una malattia di cui non si conoscono ancora chiaramente le cause, probabilmente varie. Si pensa infatti che siano alterati la formazione, il trasporto e il metabolismo della bilirubina. La terapia di questo ittero si limita al riposo, senza particolari interventi terapeutici. In taluni casi, in cui siano presenti anche disturbi digestivi, malesseri indeterminati, indebolimento, si possono somministrare tranquillanti.
3) Ittero fisiologico dei neonati: anche di questo ittero non si conoscono esattamente le cause; si tratta tuttavia di una forma transitoria.
4) Ittero di Lucey-Driscoll: colpisce i bambini alla nascita. Sembra legato alla presenza nel sangue della madre di un particolare fattore, capace di inibire l'azione di un enzima, la UDPG-transferasi. Analogamente, un ittero di questo tipo può manifestarsi in lattanti che assimilano insieme al latte materno una particolare sostanza (il pregnano-3alfa,2 beta diolo) che inibisce anch'essa la UDPG-transferasi.
5) Itteri da tossici: diverse sostanze, come i salicilati, le sulfonamidi, l'acido flavaspidico, possono provocare ittero. La loro sospensione si accompagna alla scomparsa di ogni disturbo.
Itteri a bilirubinemia coniugata:
Ittero di Dubin-Johnson e di Rotor: queste due forme di ittero sono legate a un'alterazione congenita nella secrezione nei capillari biliari di bilirubina già coniugata nell'epatocita.

Ipertensione portale - È una sindrome, cioè un insieme di disturbi, provocata da un aumento della pressione nel sistema portale del fegato con comparsa di un circolo collaterale, ossia di altri vasi che veicolano il sangue, e dì un aumento della milza (splenomegalia). I sintomi principali sono costituiti da varici esofagee, emorroidi, comparsa del cosiddetto "caput Medusae", formato da un insieme di vene molto dilatate che si dipartono dall'ombelico in direzioni diverse, ricordando un po' i capelli del mitico personaggio. La terapia dell'ipertensione portale si basa su interventi chirurgici, medicamentosi (riposo a letto, dieta iperproteica, iperglucidica e priva di sali, trasfusioni, diuretici, spirolattone), sul trattamento delle emorragie delle varici esofagee e su misure sussidiarie (neomicina, lavaggi evacuativi).

Atrofia giallo-acuta - È una grave forma morbosa caratterizzata da alterazione e morte di un vasto tratto del tessuto del fegato. I sintomi sono costituiti da mancanza di appetito (anoressia), nausea, vomito, diminuita eliminazione dell'urina (oliguria), torpore psichico che può giungere sino al coma, mal di testa, febbre, ittero. Il volume del fegato tende a regredire. Per la terapìa è di estrema importanza il riposo assoluto a letto. La dieta sarà abbondante, senza grassi e con abbondanti proteine.

Malattia da echinococco - Il fegato è particolarmente colpito dalle cisti da echinococco, che si sviluppano soprattutto nei pastori che vivono in costante contatto con pecore e cani. In Italia, la cisti da echinococco è osservabile soprattutto nelle regioni centro-meridionali e insulari. Le maggiori fonti di contaminazione sono l'acqua inquinata, frutta e verdura in cui siano presenti uova di echinococco, il cane che può trasmettere le uova leccando le mani e il viso del padrone. Nell'echinococco del fegato si hanno un dolore costante al fianco destro (ipocondrio destro) e una compressione della base del polmone destro se la cisti si sviluppa verso il torace. Nel caso, invece, di un suo sviluppo verso l'addome, si può avere una compressione della vena cava inferiore, con ostacolo della circolazione del sangue, e gonfiore e dolore degli arti inferiori. Se è compressa la vena porta si avrà ascite (raccolta di liquido nella cavità peritoneale), in caso di pressione sulle vie biliari comparirà un ittero da stasi. Qualora la cisti si sviluppi verso la parete anteriore, si sentirà alla palpazione una tumefazione non dolente, dura, con margini netti e una superficie liscia. Se lo sviluppo avviene nella parte centrale dell'organo, si avrà un ingrandimento uniforme di tutto il fegato. È difficile differenziare una cisti da echinococco da un tumore epatico a sviluppo passivo. I sintomi presenti nell'echinococcosi del fegato sono in gran parte determinati da fenomeni allergici e consistono in prurito, orticaria, edemi. La diagnosi è molto facilitata dall'uso di reazioni immunologiche: intradermoreazione di Casoni che, in caso positivo, provoca la comparsa di un pomfo sul punto dell'inoculazione, e reazione di Ghedini-Weinberg, in cui si determinano nel siero del paziente anticorpi contro il liquido idatideo, cioè contenuto nella cisti. Complicazioni pericolose possono essere la trasformazione della cisti in un ascesso oppure la sua rottu-
ra (soprattutto nella cavità peritoneale o in quella pleurica) con la comparsa di uno shock anafilattico estremamente pericoloso giacché può provocare anche la morte del paziente. La terapia è esclusivamente chirurgica.

Litiasi biliare (calcolosi biliare) - È la formazione di calcoli nella vescichetta biliare (cistifellea, colecisti). La malattia si manifesta con più frequenza nella donna, soprattutto in quelle che hanno avuto diverse gravidanze. Le cause responsabili dell'insorgenza di una calcolosi biliare non sono ancora del tutto chiarite. Fra le più frequenti abbiamo un'infezione delle vie biliari, uno stato infiammatorio, conseguente a una bile eccessivamente concentrata o a un rigurgito del succo pancreatico nelle vie biliari, una stasi (fermata) della bile lungo le vie biliari. Sono poi considerati fattori favorenti la gravidanza, l'epatite epidemica e l'obesità.
Il sintomo più caratteristico è rappresentato dalla colica epatica, spesso legata ad abusi alimentari (uova, grassi, cioccolato). Il dolore è localizzato sul fianco destro e può irradiarsi nella parte posteriore e, meno frequentemente, alla spalla destra. Spesso le manifestazioni dolorose sono legate a nausea, vomito, limitazione degli stessi movimenti respiratori. Invece della grande crisi, con dolore praticamente insopportabile, si possono avere piccole crisi che possono durare anche 2 o 3 giorni interi e scomparire poi per periodi abbastanza lunghi. Altri sintomi sono i disturbi digestivi (bruciori allo stomaco, senso di peso dopo il pranzo, gonfiore) e quelli intestinali (stipsi o diarrea, oppure, alternativamente, l'una e l'altra).
La terapia prevede l'uso di antalgici, antispastici e cure termali effettuate con un ritmo annuale. La dieta prevede l'eliminazione di grassi, salse piccante, spezie, cioccolato e insaccati.

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