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Alterazioni e malattie cardiache

malattie cardiache
Oltre all'infarto vi sono altre manifestazioni che vanno dalle semplici alterazioni del ritmo a malattie assai gravi.

Aritmie

Con questo termine si indicano tutte quelle variazioni del ritmo cardiaco che possono avere cause e conseguenze estremamente diverse.
Extrasistole - Dà la sensazione di un sussulto, un tuffo improvviso al cuore. Solitamente non ha alcun significato patologico. Può essere conseguente alla presenza di infezioni tonsillari, di denti cariati, di vecchiaia. In genere i soggetti che la presentano sono del tutto sani. Si manifesta, generalmente, in condizioni di riposo. Anche l'abuso di caffè o di fumo possono provocare manifestazioni extrasistoliche.
Tachicardia - È un'accelerazione del polso. Nella ta­chicardia cosiddetta sinusale non si ha alcun fenomeno patologico: l'accelerazione può essere legata a reazioni emotive, all'abuso di caffè, liquori, tabacco, alla presenza di febbre (si ha un aumento di dieci pulsazioni per ogni grado al di sopra dei 37°). Non presenta alcun pericolo.
Nel caso, invece, della tachicardia parossistica siamo in piena patologia cardiaca: l'accelerazione del polso si associa alla comparsa di
vertigini, annebbiamento del­la vista, incapacità di una respirazione normale, sudorazione, ridotta emissione di urina. Per superare la crisi, se manca un medico, si possono utilizzare due tipi di manovre: la compressione dei bul­bi oculari (cioè degli occhi), stando coricati, o quella del seno carotideo, premendo ai lati del collo più o meno all'altezza della tiroide. Questi due accorgimenti hanno la capacità di normalizzare il ritmo cardiaco.
Flutter e fibrillazione atriale - Le pulsazioni arrivano nel primo caso sino alle 200-400 al minuto (in confron­to alle usuali 60-70), nel secondo raggiungono le 300- 600 al minuto. In entrambi i casi le conseguenze sono costituite da vertigini, pesantezza e vuoto alla testa, senso di oppressione al cuore.
Sindrome di Morgagni-Adams-Stokes - Si ha un ar­resto della trasmissione degli stimoli dagli atri ai ven­tricoli, con temporaneo arresto cardiaco. Nei casi più gravi si può avere perdita di coscienza, manifestazioni di tipo epilettiforme, contratture muscolari.
Insufficienza cardiaca cronica - In conseguenza del­la presenza di blocchi atrio-ventricolari, il cuore non riesce più a svolgere normalmente la sua funzione e va incontro a un processo di insufficienza. La terapia mi­gliore è quella legata all'utilizzazione dei pacemakers.
Tachicardia e fibrillazione ventricolari - Sono tra i disturbi cardiaci più gravi, perché se non sono subito curati possono causare la morte. La terapia deve essere immediata (massaggio cardiaco esterno, defibrillazione elettrica).

Endocarditi e miocarditi

Sono causate da una infiammazione della membrana interna del cuore (endotelio), causata da particelle infettive trasportate dal sangue.
Endocardite acuta - È causata da batteri che proven­gono da focolai distribuiti in varie parti del corpo (tonsilliti, polmoniti, infiammazioni dell'apparato genitale femminile). La sintomatologia è rappresentata da febbre alta, brividi, sudorazione diffusa, comparsa di soffi cardiaci. Sintomi particolarmente significativi sono quelli legati alla comparsa di "embolie", cioè dal for­marsi di qualche embolo proveniente da trombi (coa­guli) che si sono instaurati sulle zone delle valvole car­diache. Tali trombi si spezzano in conseguenza del continuo fluire del sangue e danno così origine a emboli che si spostano con la corrente sanguigna. Le embolie più frequenti interessano i reni e il fegato.
Endocardite lenta - Ha un decorso prolungato (e da questo le deriva il nome). Inoltre il 90-95% dei casi è originato da un batterio, lo Streptococcus viridans. I foco­lai più frequenti, responsabili della comparsa di questa infezione, sono costituiti da foruncoli, carie dentarie, tonsilliti croniche. L'insorgenza dell'endocardite lenta è piuttosto anonima: si hanno stanchezza prolungata, febbre lieve, disappetenza, perdita di peso, pallore di tipo particolare, soffi cardiaci ed embolie.
Il decorso è stato nettamente migliorato dall'uso degli antibiotici. Nei pazienti più gravi si può anche proce­dere alla sostituzione della valvola cardiaca infetta.
Endocardite reumatica - La malattia reumatica può colpire anche il cuore, particolarmente le valvole mitralica e aortica, con comparsa, se non si procede al­l'immediata terapia, di una insufficienza o stenosi (restringimento) di queste due valvole. Compaiono disturbi alla respirazione (dispnea), au­mento del volume dell'atrio sinistro e del ventricolo, soffi cardiaci, perdita delle forze. Se non si interviene immediatamente il cuore si "scompensa", diviene cioè incapace di effettuare il suo solito lavoro, con gravi complicazioni a carico della circolazione generale.
Miocarditi - Sono costituite da lesioni del muscolo cardiaco (miocardio), provocate da processi infiamma­tori. Le cause sono da ricercarsi in altre malattie infet­tive: polmonite batterica, scarlattina, malattie virali di vario tipo, reumatismo. I sintomi sono soprattutto rappresentati da tachicardia eccessiva in confronto alla febbre presentata dal paziente, difficoltà respiratorie, cianosi, edemi.

La dieta consigliata

Nel caso delle malattie cardiache la dieta richiede un'attenzione particolare, per evitare il rischio di sovraccarichi. Anzitutto i pasti vanno frazionati, portan­doli a cinque (anziché i soliti tre), inoltre devono essere poco voluminosi, a parità di valore calorico. Si dovran­no così ridurre le sostanze vegetali, i liquidi (soprattut­to le bevande gassate). Ovviamente, devono essere eli­minati tutti quei cibi che possono essere difficilmente digeribili (grassi, torte, crema ecc.). In generale, l'ap­porto calorico deve essere leggermente al di sotto di quello che richiederebbero normalmente l'età e il peso corporeo. Si deve ridurre la percentuale dei grassi, con­servare normale quella delle proteine (specialmente sotto forma di carne) e accrescere quella degli zuccheri.

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